• Biografia

    Nascita e giovinezza

    Piero Portaluppi nasce a Milano il 19 marzo 1888 da Luisa Gadda e Oreste, ingegnere edile. Nel 1905 si diploma all’Istituto tecnico Carlo Cattaneo e si iscrive al Politecnico; compagno di corso di Enrico Agostino Griffini e Carlo Calzecchi. Nel periodo universitario iniziano anche i primi lavori come caricaturista, collabora con alcune giornali satirici milanesi tra essi “Il Babau”, “A quel paese” e il “Guerin Meschino”.

    Nel settembre del 1910 si laurea in architettura e viene premiato con la medaglia d’oro che il Collegio degli Ingegneri e Architetti di Milano conferiva al migliore laureato del Politecnico. L’anno seguente ottiene la nomina ad “assistente straordinario di Architettura superiore” aggregato al corso di Gaetano Moretti ed inizia così la carriera accademica. Contemporaneamente avvia l’attività professionale.

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    Dalla laurea alla Grande Guerra

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    Dopo i primi piccoli lavori – decorazioni di facciate e alcune tombe – nel 1912 comincia la lunga collaborazione con Ettore Conti, figura di primo piano dell’imprenditoria elettrica italiana. Per le Imprese elettriche Conti, o per società ad essa collegate, Portaluppi progetta tra il 1912 e il 1930, numerose centrali idroelettriche, localizzate soprattutto nella val Formazza. Tra queste le più famose a Verampio (1912-1917), Valdo (1920-1923), Crevoladossola (1923-1924), Cadarese (1925-1929). Per la Azienda Elettrica Municipale di Milano realizza la centrale di Grosio (1918-1920).

    Nel giugno del 1913 Portaluppi sposa Lia Baglia, nipote di Conti che verrà da lui adottata “ex sorore” nel 1939. Dall’unione nasceranno Luisa nel 1914 e, tre anni dopo, Oreste detto Tuccio.

    Durante la Grande Guerra Portaluppi presta servizio militare come ufficiale nel Genio, nel Veneto e in Friuli. Dal 1916 è distaccato in Val Formazza per la ricostruzione delle centrali distrutte dai bombardamenti, dopo Caporetto chiede di rientrare tra le truppe combattenti.

    Gli anni Venti

    Contemporaneamente consegue la libera docenza in architettura. Alla fine della guerra riprende l’attività professionale: nel 1919 ottiene importanti lavori, tra cui la sede del Linificio e Canapificio Nazionale, la riforma della Pinacoteca di Brera, villa Fossati e, soprattutto, la Casa degli Atellani in Corso Magenta, residenza di Ettore Conti. Tramite Conti, Portaluppi si lega a importanti committenti della borghesia milanese; diventano suoi clienti i Borletti, i Fossati, poi dalla metà degli anni Venti i Crespi, Angelo Campiglio e Mino Brughera. Nel 1920 Portaluppi elabora due progetti simbolo della sua attività. Il grattacielo che si imposta sui grattacieli di New York per la società S.K.N.E. – il nome “scappane” è però un monito – e i blocchi residenziali del quartiere di Allabanuel – letto al contrario rivela lo spirito della proposta – costituiscono il manifesto della sua ironia architettonica e insieme una visione scettica sulla modernità e sul fenomeno dell’urbanesimo. A questi, nel 1926 farà seguito il progetto per la città utopica – e infernale –Hellytown.

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    Gli anni Venti sono un periodo di intensa attività progettuale. Oltre ai prestigiosi incarichi per il Palazzo della Banca Commerciale Italiana (1928-1932) e per il Planetario Hoepli (1929-1930), tra i progetti residenziali ricordiamo il palazzo per la società Buonarroti-Carpaccio-Giotto (1926-1930), casa Crespi in corso Venezia (1927-1930), palazzo Crespi in piazza Crispi (1928-1932). Per l’industria, alle Centrali idreolettriche si aggiungono gli stabilimenti per la Società Ceramiche Italiane di Laveno e, tra il 1925 e il 1928, i padiglioni Alfa Romeo, Agip e Pirelli alla Fiera di Milano. Nel 1926 con Marco Semenza vince il concorso per il Piano Regolatore di Milano, col progetto “Ciò per amor”, dall’anagramma dei loro nomi. Nel 1929, a conferma di un ruolo ormai riconosciuto, è chiamato a realizzare il padiglione italiano per l’Esposizione universale di Barcellona. Nello stesso anno, con il restauro della Cappella degli Atellani voluto da Conti, inizia il lungo lavoro sulla fabbrica di Santa Maria delle Grazie. Portaluppi restaurerà la chiesa tra il 1934 e il 1938, poi sarà incaricato della ricostruzione (1944-1948) e della sistemazione della sagrestia bramantesca (1958-1959).

    Gli anni Trenta

    Gli anni Trenta vedono il consolidarsi e stabilizzarsi della sua attività professionale, privata del settore elettrico – per la definitiva uscita di Conti dalla Edison – ma solidamente assestata su una serie di progetti pubblici e privati di grande importanza e in cui la cifra stilistica si sposta verso una declinazione moderatamente modernista evidente nella Villa del sabato per gli sposi realizzata con i BBPR per la V Triennale del 1933. Tra i progetti più importanti si segnalano il palazzo INA in piazza Diaz (1932-1937), villa Campiglio (1932-1935), il palazzo Ras in via Torino (1935-1938), la sede della Federazione dei fasci milanesi in piazza San Sepolcro (1935-1940) e il Palazzo dell’Arengario, realizzato tra il 1937 e il 1942 assieme a Griffini, Muzio e Pier Giulio Magistretti, a seguito della vittoria al concorso per la sistemazione di piazza del Duomo.

    La guerra segna la sua vita con la drammatica esperienza famigliare della morte del figlio Tuccio. Dopo la Liberazione vengono istituiti a suo carico due procedimenti di epurazione – per la carriera universitaria e per l’albo professionale – da cui sarà prosciolto tra la fine del 1945 e il 1946. Reintegrato come preside della Facoltà di architettura, Portaluppi manterrà la carica fino al ritiro dall’attività accademica nel 1963.

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    Il secondo dopoguerra

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    Nel dopoguerra mentre aumenta la sua presenza istituzionale – con le nomine a presidente dell’Ordine degli architetti (1952-1963), membro del Consiglio Superiore per le Belle Arti e Antichità, del Consiglio Nazionale per le Ricerche, della Pontificia commissione d’arte sacra, presidente del Comitato tecnico del Teatro alla Scala – rallenta l’attività professionale. Portaluppi interviene comunque su alcuni dei più importanti edifici storici milanesi – Brera (1946-1963), la trasformazione del convento di San Vittore a sede del Museo della Scienza e della Tecnica (1947-1953), quella dell’Ospedale Maggiore a Università Statale (dal 1949), la Piccola Scala (1949-1955), il disegno del sagrato di Piazza Duomo (1964) – e progetta nuovi edifici, tra questi la sede milanese della Ras in collaborazione con Gio Ponti (1956-1962) e la casa dello studente alla Cité Universitaire di Parigi (1952-1958).

    Il 6 luglio 1967 Piero Portaluppi si spegne nella sua casa in corso Magenta.